Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa di Luis Sepúlveda

 

L’uomo ha sempre trovato timore per le mie dimensione e inquietudine perché non poteva dominarmi . “A cosa serviva un animale così grande?” si era chiesto fin dal principio dei tempi, e io l’ho osservato da quando ha messo piede per la prima volta sulla riva del mare e ha scoperto che il suo corpo non era adatto a conoscere gli abissi, ma che poteva usare qualcosa che galleggiasse per sfidare l’impeto delle onde. Così ho visto l’uomo muoversi sulla superficie del mare sopra quei quattro fragili di pezzi di legno; ci siamo guardati tenendoci a prudente distanza, l’uomo con diffidenza, io con curiosità e stupore per la sua determinazione.

 

Editore: Guanda Editore
Data di uscita:  15 novembre 2018
Pagine: 128
Prezzo: 14.00 €

Da una conchiglia che un bambino raccoglie su una spiaggia cilena, a sud, molto a sud del mondo, una voce si leva, carica di memorie e di saggezza. È la voce della balena bianca, l’animale mitico che per decenni ha presidiato le acque che separano la costa da un’isola sacra per la gente nativa di quel luogo, la Gente del Mare. Il capodoglio color della luna, la creatura più grande di tutto l’oceano, ha conosciuto l’immensa solitudine e l’immensa profondità degli abissi, e ha dedicato la sua vita a svolgere con fedeltà il compito che gli è stato affidato da un capodoglio più anziano: un compito misterioso e cruciale, frutto di un patto che lega da tempo immemore le balene e la Gente del Mare. Per onorarlo, la grande balena bianca ha dovuto proteggere quel tratto di mare da altri uomini, i forestieri che con le loro navi vengono a portare via ogni cosa anche senza averne bisogno, senza riconoscenza e senza rispetto. Sono stati loro, i balenieri, a raccontare finora la storia della temutissima balena bianca, ma è venuto il momento che sia lei a prendere la parola e a far giungere fino a noi la sua voce antica come l’idioma del mare.

 

Dolce, triste, coinvolgente e malinconico. Luis Sepúlveda dona al grande capodoglio del colore della luna la possibilità di raccontarci la sua storia al di fuori della gesta narrate da Melville. Moby Dick ci racconta del mare, delle sue creature, dell’equilibro della vita sottomarina che si è fuso perfettamente con quello della Gente del Mare quando lui non era ancora Moby Dick ma solo un guardiano grande, forte e bianco.

La favola di Sepúlveda ha un sapore dolce e amaro, più tendente al secondo di questi due sapori perché pur essendo un racconto frutto della fantasia di un grandissimo scrittore contiene una solida e sostanziosa razione di realtà, e come ben sappiamo la realtà non è dolce, non lo è quasi mai. La verità più sconvolgente che emerge da questo racconto, di cui tutti siamo a conoscenza, è la crudeltà umana. Arroganza, cattiveria, menefreghismo, egoismo sono solo alcune caratteristiche della nostra indole che gettiamo addosso a tutte le creature con le quali conviviamo sulla Terra. Effettivamente come possiamo trattare con rispetto una specie diversa dalla nostra quando nella nostra storia ci siamo sempre ammazzati l’un l’altro? Questo punto nelle riflessioni del capodoglio del colore della luna mi ha colpita in modo particolare, colpita e affondata. Quanto ancora potremmo andare avanti con questo atteggiamento distruttivo? Infondo pensiamoci, proprio in questo momento ne stiamo già pagando le conseguenze.

 

Mi sembrò molto strano il comportamento degli uomini in questo loro incontro in mare. La minuscola sardina non attacca un’altra sardina, la lenta tartaruga non attacca un’altra tartaruga, il vorace pescecane non attacca un altro pescecane. A quanto pare gli uomini sono l’unica specie che attacca i propri simili, e non mi piacque questa cosa che imparai da loro.

 

Moby Dick ci racconta del particolare rapporto che si è instaurato da tempo immemore tra le balene e la Gente del Mare, una relazione così speciale che avrebbe portato alla fine di tutto le due specie a migrare insieme verso un paradiso di pace. Alla grande balena bianca è stato affidato l’importantissimo compito di vegliare e proteggere questo equilibrio, nell’attesa di poter compiere tutti insieme, uomini e balene, l’ultimo grande e meraviglioso viaggio. Purtroppo l’uomo è sinonimo di distruzione e crudeltà, così il capodoglio del color della luna ha dovuto conoscere la violenza dei balenieri contro i quali è stato costretto a lottare. Finalmente in Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa Moby Dick ha avuto la possibilità di narrarci con la sua voce dolce e saggia il cosiddetto rovescio della medaglia, quello oscuro, infangato e scomodo che troppo spesso di tende a nascondere. Nel romanzo classico di Melville il capodoglio color della luna è l’antagonista da sconfiggere, il mostro da eliminare; non riusciamo a capire che in realtà i veri mostri siamo noi, noi che inevitabilmente in un modo o nell’altro distruggiamo tutto ciò con cui entriamo in contatto. Infondo se l’Essex non avesse sfidato la natura non si sarebbe ritrovata intrappolata per sempre nel buio delle gelide acquee dell’Oceano.

Luis Sepúlveda con la sua voce semplice, immediata e poetica ci invita ad aprire gli occhi e riflettere su quello che siamo. Noi, dotati di un particolare intelletto possiamo cambiare, possiamo migliorare, possiamo ambire ad essere esseri umani migliori.

 

 

P.S. Mentre scrivo questo articolo ho appreso la notizia della scomparsa di Luis Sepúlveda, un’altra vittima di Covid 19. Sono molto triste e amareggiata da questo comunicato, mi auguro che gli insegnamenti trasmessi da questo grande autore possano sedimentare in noi lettori e sbocciare.

 

 

 

 

 

May the Force be with you!
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